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De Viquitexts
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motivo gli antichi stromenti pubblici d'Alghero si principiavano dai notai sotto l'invocazione di Maria Vergine di Monserrato?”»:[1]

Monserrato, alto monte della Spagna, nella Catalogna, d'una rara amenità, ripieno di piante odorose e d'alberi infiniti, celebre per un santuario, è uno de' principali pellegrinaggi dell'Europa. Scuopronsi dalla sommità di questo monte sessanta e più leghe di paese, e si chiama Monserrato perché alle falde l'attorniano piccole montagne componenti quasi una «sega», che dagli spagnuoli si dice «sierra». Nella cima del medesimo si trova la magnifica chiesa di Maria Vergine, officiata dai Padri Benedettini, i quali vi hanno attiguo un sontuoso munistero. Innanzi alla miracolosa immagine della Madre di Dio ardono dì e notte settantacinque lampade d'argento tra grandi e piccole. La ricchezza del sacro tesoro è reale, perché doni di non pochi re, ed ascende al valore di più millioni. Ma il maggior pregio di questo ragguardevole santuario consiste nella quantità de' miracoli che la gran Donna comparte ai divoti concorrenti da tutte le parti per visitarla e venerarla. Il glorioso patriarca sant'Ignazio di Loiola avanti l'immagine di Maria Vergine del predetto monte di Monserrato, promesse molte penitenze, ricevuti li santi sacramenti della Confessione ed Eucaristia, ed appesa all'altare la spada con altre armi, nel 1522 diede un addio al mondo per fondare la Compagnia di Gesù. L'anno del Signore 1603 l'abate di quel munistero, Fr. Lorenzo Nietto (fu vescovo d'Ales nel 1607, indi di Alghero nel 1613, da dove promosso all'arcivescovado d'Oristano, morì arcivescovo eletto di Cagliari) a maggior gloria di sant'Ignazio di Loiola, ad esempio degli altri pellegrini ed a perpetua memoria di quei suoi religiosi, ordinò che fosse incisa in una colonna, vicino all'altare di Maria Santissima, la seguente marmorea incisione: «Beatus Ignatius Loyola hic multa prece fletu que Deo se Virgini que devovit. Hic tanquam armis spiritualibus sacco se muniens pernoctavit. Hinc ad fundandam Societatem prodiit anno 1522. F. Laurentius Nieto Abbas dictavit anno 1603».

Dal fin qui detto è facile dedurre che, essendo la città d'Alghero ripopolata da una colonia di catalani nel 1354, i quali erano appassionati divoti di Maria Vergine di Monserrato, loro singolare protettrice, le antiche scritture e parimenti gli stromenti pubblici fino alla metà circa del secolo xvi solevansi dai notai incominciare coll'invocazione di esso speciale titolo, forse in quel tempo venerata la Madonna Santissima in qualche chiesa o cappella di questa città. Nel villagio d'Itiri si celebra annualmente la festa di questo titolo nel dì 2 luglio, etc.

Addio. Alghero, 8 dicembre 1822. Il vostro amico, canonico Urgias.

 Naturalment, les còpies de documents relatius a la devoció religiosa són les que ens procuren més notícies sobre la cultura popular algueresa. Ja hem tingut en compte més amunt, tractant l'obra catalana de Bartomeu Simon, la còpia del dietari d'Ursoni que recorda les antigues processons a Vallverd. Urgias va transcriure ell també aquesta breu crònica dels anys 1631-1637, tot adjuntant una declaració notarial que certificava la fidelitat de la còpia.[2]

 Devem també al canonge alguerès una altra nota relacionada amb un miracle esdevingut en una d'aquelles processons que se celebraven en ocasió de greus sequeres:

Nel tomo 1 delle Notizie antiche, fol. 106, si legge la relazione distinta qualmente il Crocifisso del Privilegiato sudò, il che successe nel 1660, addì 16 maggio, allorquando fu tolto dal suo altare per portarlo in processione per bisogno d'acqua, etc.[3]

 La crònica original d'aquest miracle és d'expressió catalana.[4] Tot girant els ulls cap al passat de la seva ciutat nadiua, Urgias no pot evitar de demostrar un pregon interès envers els noms antics dels carrers, de manera que transcriurà als seus quaderns personals fragments d'antigues actes que inevitablement el deixaran en mans de l'antiga cultura catalana. L'obra del nostre canonge, així, esdevé el precedent més antic de les actuals recerques de toponomàstica urbana a l'Alguer:

«En lo camí que va a Nostra Senyora d'Esperança», etc.[5]
  1. Manoscritti e memorie, vol. III, fols. 156-159.
  2. Manoscritti e memorie, vol. IV, fol. 76-77, núm. 17: «La Madonna Santissima di Valverde in Alghero».
  3. Manoscritti e memorie, III, fol. 123: «Altre notizie prese dall'Archivio capitolare».
  4. La publicà Antoni Nughes, «El “miracle” del Sant Cristus del Privilegiat», L'Alguer, XII, núm. 66 (setembre-octubre 1999), 7-8).
  5. Manoscritti e memorie, vol. IV, fol. 79v, núm. 25: «Strada della Speranza».